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Remote Workers: di più e pagati meglio


Le soluzioni di remote working sono sempre più comuni e non è raro che le aziende tech contemplino la possibilità, per il proprio personale, di lavorare da casa o in mobilità. Ma in che modo sta evolvendo questa tipologia di lavoro?

A chiederselo sono stati anche i ricercatori di Yac, una audio-first collaboration platform pensata per i remote team, che hanno pubblicato di recente un report, chiamato “The Shifting State of Remote Work“, dedicato ai trend del settore.

A presentare i risultati dell’indagine è stato il fondatore di Yac Hunter McKinley sul blog ufficiale dell’azienda:

Negli ultimi 3 anni Buffer ha condiviso i propri report di ricerca sul mondo del remote working, coinvolgendo nei sondaggi migliaia di lavoratori da tutto il mondo. L’obbiettivo di tali ricerche era capire quali sono i trend di tale settore.

Visto che molte delle domande poste agli intervistati sono rimaste le stesse nel corso degli anni abbiamo iniziato ad osservare delle tendenze ben precise, soprattutto per quanto riguarda le preferenze dei remote worker.

Il team di Yac si è dunque basato sui dati raccolti da Buffer, una social media management platform, per capire cosa è cambiato in questo settore nell’arco degli ultimi tre anni.

I benefici del lavoro in remoto

Nel report di Buffer del 2018 emerse che i remote worker sceglievano tale tipologia di lavoro per due motivi in particolare: avere una schedule giornaliera più flessibile (43% delle risposte) e poter passare più tempo con la propria famiglia (15% delle risposte). In questi 3 anni la situazione non è cambiata molto e i lavoratori tech continuano a scegliere il remote work principalmente per queste motivazioni.

Gli aspetti negativi

Secondo gli intervistati le principali difficoltà che i remote worker devono affrontare sono:

  • difficoltà di comunicazione con il resto del team (20%);
  • solitudine (20%);
  • non riuscire a staccare la spina dal lavoro (18%).

Le difficoltà di comunicazione derivano molto probabilmente dall’inadeguatezza degli strumenti adottati dai vari team. Spesso l’email o la videoconferenze non bastano per colmare tutti i dubbi o le perplessità, dunque può capitare che si vengano a generare delle incomprensioni tra i vari membri di un gruppo di lavoro.

Quanto è diffuso il remote working nelle aziende?

L’ultimo rapporto di Buffer fa emergere un quadro molto chiaro sulla diffusione di questa tipologia di lavoro. Il 30% del campione afferma infatti che la sua azienda lavora esclusivamente con i remote worker, mentre il 43% risponde che metà dei suoi colleghi operano esclusivamente da remoto.

Livelli salariali

remote woker

Dall’analisi dei dati emerge un dato molto interessante, sembra infatti che in questi anni i livelli salariali dei remote woker stiano iniziando ad aumentare. Nel 2018 il 28% degli intervistati dichiarava di guadagnare meno di 25 mila dollari all’anno. Il 58% tra i 25 ed i 125 mila dollari ed il 13% dichiarava oltre 125 mila dollari.

Nel rapporto più recente sembra che questa tendenza stia iniziando ad invertirsi. Infatti appena il 12.1% ha risposto di guadagnare 25 mila dollari all’anno, il 61.5% tra i 25 ed i 125 mila dollari ed 26.4% oltre 125 mila dollari.

In appena due anni la percentuale di remote worker che guadagna più di 125 mila dollari all’anno è praticamente raddoppiata. Il team di Yac non ha una risposta chiara per tale fenomeno, ma è plausibile che nel corso degli anni chi si occupa di mansioni meglio retribuite stia scegliendo sempre più spesso di lavorare da casa.



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