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Windows 11: un Windows Subsystem per Android


Una delle novità più interessanti tra quelle annunciare durante la presentazione di Windows 11 riguarda il supporto per le applicazioni Android. Gli utilizzatori del nuovo sistema operativo di Redmond avranno quindi la possibilità di scaricare e installare titoli pensati nativamente per il Robottino Verde direttamente dal Microsoft Store, il tutto grazie ad un Windows Subsystem per Android realizzato sul modello di quello già disponibile per Linux.

Si tratta di una notizia sicuramente interessante per gli sviluppatori che assisteranno in poco tempo ad una notevole crescita della platea di potenziali utilizzatori delle proprie applicazioni, a questo particolare non irrilevante ai fini della visibilità e della monetizzazione si aggiunga il fatto che Satya Nadella e soci hanno deciso di non trattenere alcuna commissione sulla vendita di App e sugli eventuali acquisti in-App.

Come funziona il Windows Subsystem per Android

Ma come funzionerà il Windows Subsystem per Android? Per rispondere a questa domanda è possibile partire dal Windows Subsystem per Linux che sfrutta la virtualizzazione tramite un subset Hyper-V per eseguire in Windows, ma su un kernel Linux, applicazioni create per gli ambienti Linux. In sostanza il WSL non esegue il sistema ospitato sul sistema ospitante ma fornisce al primo un accesso diretto all’hardware con vantaggi anche dal punto di vista del consumo delle risorse.

Dato che anche le applicazioni per la piattaforma di Google utilizzano il kernel Linux la compatibilità con il Windows Subsystem per Android viene ottenuta attraverso un framework concepito per operare sul subsystem per Linux. Per quanto riguarda invece l’esperienza d’uso, il sistema dovrebbe mettere a disposizione un collegamento tra le applicazioni e il Menu Start nonché con gli strumenti per la loro disinstallazione, in questo modo anche i titoli per Android dovrebbero essere gestibili come delle applicazioni native.

Bridge, architetture e marketplace

Un’impostazione del genere è resa possibile anche dal fatto che oggi, grazie ad appositi bridge come per esempio quelli introdotti dalla Intel, è possibile eseguire sia applicazioni per ARM che le alternative per architetture di tipo x86. Lo stesso Chrome OS su Chromebook supporta la conversione binaria ARM-to-x86 per supportare un parco software quanto più ampio possibile.

Per quanto riguarda invece il Google Play Store, appare chiara l’intenzione di non utilizzarlo da parte di Microsoft e di implementare un proprio ecosistema Android seguendo quella che è stata la stessa strada percorsa da Amazon con il suo store. Dovrebbe essere però consentito il sideloading e quindi l’installazione di applicazioni da store di terze parti.

Fonte: ArsTechnica



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